La forza come filo conduttore di un lungo viaggio, che ha portato il protagonista ad un passo dalla morte fino alla rinascita. È stato questo l’elemento principale della vicenda a lieto fine del giovane atleta catanese Maurizio “Jack” Giustolisi, che questa mattina è stata rivissuta complice la presentazione del libro di poesie a lui dedicate da Mario Sibilla. Forza di volontà, nel combattere una battaglia difficile contro il Covid-19, ma anche forza fisica come quella di fare di tutto per ritornare alla normalità o quella che ha portato decine di atleti catanesi a spingere la sedia a rotelle di “Jack” nella 10 km di Catania. Oppure ancora la forza d’animo della famiglia e degli amici, nonché di medici e sanitari degli ospedali “Policlinico San Marco” e “Garibaldi”, che non hanno mai mollato un solo secondo per vincere questa battaglia per e con Maurizio.
E poi anche scienza, fede ed, infine speranza, che per un anno si sono intrecciati nella più importante gara che il 40enne ha dovuto affrontare, quella per la vita. In una sala conferenze di Palazzo della Cultura gremita da colleghi, sindacalisti, amici e semplici cittadini colpiti da questa storia, non sono mancate le emozioni ed un pensiero per il particolare momento storico che stiamo vivendo di cui Giustolisi è uno dei testimoni per eccellenza. Introdotti dalla giornalista Debora Borgese, amica di vecchia data di Maurizio, hanno voluto portare la loro testimonianza Gabriele Cataldo (responsabile dell’ufficio provinciale Politiche della disabilità della Ugl) che ha ricordato la grande mobilitazione di solidarietà nei confronti dell’atleta e l’azione di sensibilizzazione di enti ed istituzioni avviata dalla Ugl per garantire assistenza ed aiuto concreto per le cure post malattia allo stesso “Jack”, nonché Angelo Mazzeo.
Il componente della segreteria confederale della Ugl etnea, collega di lavoro come Cataldo del personaggio principale della giornata, si è soffermato sul toccante episodio di fede dello scorso 3 febbraio quando ha chiesto alla moglie di Giustolisi di poter avere il tradizionale sacco di Sant’Agata del marito, per indossarlo in segno di voto durante i giorni Agatini. Ed oggi, l’abito bianco con il particolare berretto e la coccarda con su incisa l’immagine di Agata è stato riconsegnato al proprietario, prova di un autentico miracolo. Anche la scienza ha fatto la sua rilevante parte, come hanno evidenziato il commissario ad acta per l’emergenza Covid-19 per l’area metropolitana di Catania, Pino Liberti, ed Ettore Panascia primario dell’unità di anestesia rianimazione del presidio “Gaspare Rodolico” del “Policlinico”, che hanno posto l’accento sulla più grande calamità sanitaria degli ultimi 100 anni quale è il Covid-19. Per loro, Maurizio Giustolisi è un esempio vero di buona sanità e apostolo di buona informazione per ciò che è stato e per quello che sarà nelle azioni di contrasto contro il virus.
Il presidente Nello Musumeci, nel far risaltare il grande impegno della Regione siciliana in questo anno e mezzo difficile dal punto di vista sanitario, oltre che sul fronte dell’assistenza alle disabilità, ha affermato che Maurizio Giustolisi rappresenta lo strumento di come a volte scienza e fede trovano un punto di incontro, ma anche di come si può e si deve vincere la scommessa di sconfiggere la pandemia. Sibilla, nel suo intervento, ha raccontato la genesi del libro fatto di 21 poesie (una di queste letta da Miriam, l’infermiera che durante la degenza è stata accanto “Jack”) come se fossero i 21 km di una mezza maratona, dalla paura di non arrivare al traguardo fino alla gioia di avercela fatta. Infine, spazio anche a tanto sport con le testimonianze del consigliere regionale della Fidal Gianfranco Belluomo, dell’atleta dell’Esercito Italiano (il gruppo sportivo di Giustolisi) Elena Cifali e dell’assessore allo sport del Comune di Catania Sergio Parisi (intervenuto anche a nome del sindaco Salvo Pogliese), che hanno ringraziato Maurizio per essere stato e continuare ad essere un modello per tutti, con l’auspicio che possa presto riuscire a riprendere appieno le sue funzionalità motorie e coronare tutti i suoi sogni, anche sportivi.
A chiudere la manifestazione, patrocinata dalla Presidenza della Regione Siciliana, dal Comune di Catania, dal Comitato regionale Sicilia della Federazione italiana di atletica leggera e dalla Ugl Unione territoriale del lavoro di Catania, ci ha pensato lo stesso “Jack” Giustolisi che, visibilmente commosso, ha ringraziato la sua famiglia, i medici, gli infermieri ed il personale ospedaliero che l’ha assistito, i colleghi, gli amici, l’autore del libro e tutti coloro che gli sono stati vicino in quest’avventura dalla quale bisogna prendere i lati positivi. A cominciare dal grande amore che si è sentito addosso, dalla speranza di ripartire, ma anche dalla certezza che oggi grazie al vaccino si può fare certamente in modo di evitare conseguenze così negative.
Per Maurizio “in questo senso c’è bisogno di coscienza, per aiutare tutta la comunità ad uscirne fuori da questa epidemia, così come per sostenere chi ha bisogno con un occhio di riguardo alla disabilità. Durante l’evento le copie del libro sono state distribuite, con dedica personale ad ognuno dei presenti firmata dallo stesso Giustolisi. Il ricavato andrà in beneficienza alla famiglia dell’atleta per contribuire alle spese per le cure fisiatriche.